Nella regione del Donbass, prima del ritiro delle milizie filo-russe, la popolazione ha trovato rifugio negli scantinati, spesso poco più che dispense adibite alla conservazione di generi alimentari.
A Sloviansk hanno cercato riparo anche gli abitanti di altri villaggi della zona, in fuga dagli scontri fra ribelli e truppe governative.
Molti orfani sono stati adottati dopo la morte dei loro genitori causata da esplosioni o dalle sparatorie giornaliere, cosicché le famiglie sono diventate rapidamente numerose. Un genitore descrive i figli adottati come “anime congelate”, la cui fiducia nel genere umano è stata tradita dalla guerra in corso.
Sergey Kushiov: 50 anni, è il padre adottivo dei 10 bambini rannicchiati nel bunker ritratti da Andy Rocchelli
Kushiov il 23 febbraio 2015 è stato sequestrato da “ignoti” davanti casa. Un mese dopo è riapparso nella lontana Dnipropetrovsk, arrestato con l’accusa di “terrorismo”: avrebbe passato ai ribelli informazioni sull’esercito ucraino. Per la moglie Liudmila avrebbe subito torture. Il 6 aprile è stato liberato, il Procuratore generale ucraino ha ordinato un’inchiesta sui presunti maltrattamenti. La famiglia ha ricevuto nuove minacce.